Questo Sito utilizza cookie tecnici e di profilazione di terze parti. Se accedi ad un qualunque elemento sottostante o chiudi questo banner, acconsenti all'uso dei cookie. Per ulteriori informazioni leggi la cookie Policy

EDOARDO SECCI: LA SAETTA IN AREA DI RIGORE

E alla fine arriva Secci. Lo Stresa dopo un lungo corteggiamento convola a nozze con Edoardo Secci, attaccante classe 1993 con 79 centri in regular season.

 

Diciamo così: dopo il lungo corteggiamento finalmente il matrimonio. Ci ha messo almeno tre anni, il DS Biscuola, prima di poter avere la firma su quel tesseramento. E nell’estate più anomala del nostro calcio arriva la decisione di Edoardo Secci di legarsi allo Stresa. Attaccante veloce e concreto, una saetta dentro e fuori dall’area di rigore, un giocatore difficile da prevedere e marcare, un po’ come lo fu il suo idolo indiscusso, quel Ronaldo, il Fenomeno, che lo ha fatto gioire fin da ragazzo. Nato e cresciuto nel settore giovanile del Borgomanero, poi al Borgovercelli e poi il rientro a Borgomanero. Secci è uno di quei talenti che sei felice di aver cresciuto in casa e del quale fatichi a privarti, nonostante il ragazzo avesse la possibilità di potersi esprimere anche in serie D. “Ho avuto delle richieste importanti, ma purtroppo il cartellino non era mio e così le scelte che avrei voluto fare sono state condizionate da questo dettaglio”, ci spiega Secci, che però parla con profonda gratitudine delle due società che l’hanno fatto diventare giocatore. “ Sono cresciuto nel Borgomanero e ho esordito in prima squadra quando ancora ero tesserato nella formazione Allievi. Quell’anno ho fatto una decina di presenze. Poi sono andato a Borgovercelli, per 7 anni. Lì ho conosciuto mister Rotolo che è stato il mio mentore. Mi ha dato veramente tanto, io ero un giovane e quindi per me l’esperienza con lui è stata molto importante. Poi sono tornato a Borgomanero, la squadra in cui sono cresciuto e a livello affettivo sono stato molto contento. In più sono stati tre anni bellissimi, abbiamo vinto la Coppa Italia di Promozione e i playoff per l’Eccellenza. Quell’anno eravamo una squadra davvero importante per la categoria. Andare via da Borgomanero è stato difficile per tante ragioni, ma ne avevo bisogno. Cercavo una società seria dove potermi esprimere al meglio ed è arrivato lo Stresa”.  Filippo Biscuola finalmente ha realizzato il suo obiettivo. Dopo la vittoria del campionato di Eccellenza, il direttore borromaico sulla sua agenda aveva segnato il nome di Secci per affrontare la serie D. Ma nemmeno in quell’occasione era riuscito a strappare l’attaccante dalle braccia materne del Borgomanero.  Secci tra i suoi pregi, ha quello di non mollare mai. Lo fa sul campo diventando una saetta impazzita sulla fascia, ma la stessa dote ce l’ha Biscuola che, come quando era giocatore,quando si prefissa un obiettivo, ti lavora ai fianchi fino a che, stremato, cedi. “Il DS Biscuola mi cerca in maniera continua da almeno tre anni – ricorda Secci – e questo ha fatto scattare in me anche la curiosità di capire il mondo Blues. Quando ho avuto la possibilità di conoscere anche la Società, ho avuto la certezza che lo Stresa è una società sana e composta da persone serie. Insomma, il posto giusto per continuare a crescere ed esprimermi al meglio”. Secci, classe 1993 entra di fatto nella maturità calcistica. Nel suo ruolo sono in pochi ad avere le sue caratteristiche. Un motorino inesauribile che ha realizzato 79 reti solo in regular season, che però non ama parlare di traguardi personali, ma parla di gruppo, di squadra, di obiettivi condivisi: “Il mio obiettivo è quello di squadra, io vivo per questo. Poi, è normale: quale attaccante non vuole fare gol? Io credo che quest’anno lo Stresa abbia costruito una squadra forte, che può puntare ad avere un obiettivo importante . E avere un gruppo solido, nel calcio aiuta. Poi può succedere di tutto, ma se mi chiedi qual è il mio obiettivo, non posso non risponderti: provare a vincere tutte le partite”.  Determinato il ragazzo! E determinante lo dice il campo. Il classico pendolino, mai domo, che gioca senza mai risparmiarsi. “E’ un mio pregio, credo. Non mollo mai. Né in partita, né in qualsiasi momento della stagione. E questo poi si trasforma in difetto”. In che senso? (e ride prima di rispondere) . “ Io vivo per il gruppo, per la squadra, per raggiungere insieme traguardi importanti, non mi risparmio mai, corro, corro, corro. Ma poi i miei compagni mi dicono che il mio difetto più grande è che sbaglio qualche gol di troppo. Si. Ma dopo che corri tutta la partita, quando arrivi davanti alla porta, capita che hai perso la lucidità e la freschezza nel tiro! Però, da Rotolo in poi, sono sempre arrivato in doppia cifra, tranne le ultime due stagioni e quando mi sono rotto il ginocchio”.

E forse questo è stato l’unico modo per riuscire a fermarlo.

 

  • Stampa